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Omicidi al Barolo

Cosa nascondono un’apparente tranquilla villetta di Torino e le due anziane e simpatiche sorelle che la abitano? Sotto la gentilezza e le buone maniere di zia Caterina e zia Agata si cela un intrigo condito da una punta di follia, qualche cadavere, una buona bottiglia di barolo e giusto un pizzico di veleno… La commedia ci accompagnerà nel conoscere le due zie assassine, intente a fare il bene della comunità e, occasionalmente, ad assassinare qualche povero malcapitato; il nipote Carlo, preso tra il suo ruolo di critico teatrale e il bruciante amore con la figlia del reverendo Cortez, Sofia, e infine Armandina, la sorella di Carlo che, convinta di essere il Generale Armando Diaz in persona, è intenta a costruire le difese sul Piave giù in cantina. Una casa davvero molto frequentata, dove spesso capitano anche il direttore del manicomio “Giorni Sereni”, che vorrebbe ricoverare l’indomita Armandina, e i diligenti poliziotti di quartiere. Sembra proprio una “tranquilla” vita di periferia la loro, se non fosse per il fratello di Carlo, Giovanni, folle e ricercato assassino, che insieme alla Dottoressa Wagner entrerà a spron battuto in casa, sconvolgendo qualunque parvenza di tranquillità e facendo emergere quella sottile vena di follia che si cela in ogni membro della famiglia Boero… paura ossessiva: avendo nascosto nel giardino una cassetta che contiene ventimila scudi, hanno paura che qualcuno gliela
sottragga, sono talmente sospettosi da diffidare di tutti, anche dei giovani rampolli. Arpagone rivela ai figli l’intenzione di sposare Mariana e di aver promesso Elisa senza dote ad Anselmo, un uomo anziano. La ragazza rifiuta energicamente e Cleante affronta a muso duro suo padre per la conquista di Mariana, che però non cede. In occasione della firma del contratto di matrimonio, viene organizzata una cena nella dimora di Arpagone, ma il clima verrà scosso dalla notizia del furto della cassetta, che porterà allo scoperto insospettabili segreti.